Non so darmi una definizione precisa, ma so ascoltarmi. E ogni volta che lo faccio, torno a ciò che è essenziale.
Sono nata e cresciuta nella città di Faro, capitale dell’Algarve, in Portogallo. I miei genitori mi hanno dato il nome Adriana, che significa “colei che viene da Adria” o “colei dal tono scuro”.
È curioso pensare che Adriana è un nome italiano, e da quasi quattro anni vivo in Italia. Forse il mio nome anticipava già il mio cammino.
Sono nata e cresciuta tra la spiaggia e l’orto dei miei nonni. Ho pochi ricordi d’infanzia, ma quelli che ho sono preziosi:
Passare il tempo all’aria aperta, camminare a piedi scalzi o con scarpe troppo grandi (grazie, mamma e papà, per aver sempre cercato di proteggere i miei piedi! 🙃), esplorare il mondo e sentire la libertà di essere semplicemente me stessa.
Decisi di laurearmi in Fisioterapia dopo un incidente in moto, che mi mise in contatto con questa professione.
La possibilità di aiutare qualcuno a ritrovare la qualità della vita dopo un evento difficile faceva brillare i miei occhi.
Dopo l’università, mi dedicai al volontariato, credendo di poter cambiare il mondo con le mie mani. Ma la realtà mi insegnò una lezione importante: L’unica cosa che possiamo davvero cambiare siamo noi stessi.
Lasciai da parte la fisioterapia e iniziai a esplorare il mondo, senza sapere che, contemporaneamente, stavo esplorando me stessa.
Ciao, sono Adriana, Founder di AINA


Mi specializzai in fisioterapia materno-infantile, perché sentivo il desiderio di connettermi con la vita nella sua forma più pura.
Feci formazione in Forest Bathing e Forest Therapy, e iniziai il mio percorso di terapia somatica con il metodo Somatic Experiencing.
Quando sperimentai sulla mia pelle l’impatto positivo di questo approccio, seppi che volevo condividerlo con gli altri.
Ma mancava ancora qualcosa. Mancava la connessione con l’Anima – un qualcosa che unisse tutto ciò che siamo alla Natura.
Fu allora che scoprii l’Ecopsicologia e capii che avevo finalmente riunito tutti i pezzi del mio percorso.
Oggi so che ho tutto ciò di cui ho bisogno per condividere questa visione con il mondo.
E così nacque AINA Forest.
Il significato del nome AINA
Sono sempre stata affascinata dalla relazione che alcune culture hanno con la Natura, e così mi sono imbattuta nella lingua hawaiana.
ʻĀINA significa letteralmente "terra", ma ha un significato molto più profondo.
La parola deriva da "ʻai", che significa “mangiare”, e "na", che significa “ciò che”.
Quindi, ʻĀINA significa “ciò che ci nutre” – non solo a livello fisico, ma anche spirituale e culturale.
Nella cultura hawaiana, ʻĀINA rappresenta la relazione sacra tra l’essere umano e la Terra, basata su un principio di rispetto e reciprocità.
Ed è così che nacque AINA:
Un invito a nutrire e ad essere nutriti dalla Natura, ad ascoltare il Corpo e a ritrovare il proprio equilibrio.
Oggi, guardando indietro, capisco che questo metodo non è solo qualcosa che ho creato.
È il riflesso del mio cammino, delle mie esperienze e di ciò che sono.
"Dentro di noi c’è qualcosa che non ha nome, e quella cosa è ciò che siamo."
— José Saramago
Mi considero un’esploratrice delle cose semplici ed essenziali della vita:
Amo prendermi cura del mio corpo, della mia mente e della mia anima.
Sono affascinata dagli alberi e dalla loro saggezza silenziosa.
Mi incanta il corpo umano e le connessioni infinite che esistono al suo interno.
Amo leggere, ascoltare e parlare – ognuna di queste cose ha il suo momento.
Amo ridere, fluire con la vita e sentirne la leggerezza.
Amo disegnare e scrivere, senza forma e senza costrizioni.
Trovo pace nella terra, nei fiori, nei fiumi e nelle rocce.
Valorizzo il cibo nutriente, che nutre non solo il corpo, ma anche l’anima.
Mi affascina il suono delle cascate e il tempo che sembrano portare con sé.
Per 3 anni ho viaggiato in Asia, Europa, Australia e Nuova Zelanda. In mezzo a tante culture, paesi e persone, emersero grandi domande:
Chi sono io?
Qual è il mio ruolo nel mondo?
Che posto ha la fisioterapia nella mia vita?
Cominciai a sentire che la fisioterapia da sola non bastava. Non siamo solo ossa, muscoli e tessuti. Siamo molto di più.
Nel pieno di questa crisi esistenziale, un’insegnante e amica mi disse una frase che cambiò la mia prospettiva:
“Adriana, la fisioterapia è questo. Ciò che tu cerchi è qualcos’altro.”
Quelle parole rimasero con me. Cercavo di più, ma ancora non sapevo come trovarlo.
Quando tornai a Faro, la mia città natale, compresi quanto mi facesse bene stare all’aria aperta, circondata dagli alberi, senza fretta, solo osservando.
Sapevo di voler condividere quella sensazione di benessere, ma non sapevo ancora come farlo.
Avevo già un percorso in meditazione Vipassana, yoga, introduzione allo sciamanesimo e pratiche di ascolto e presenza, ma non sapevo come strutturarle.
Mi trasferii in Italia, e fu lì che i boschi, la montagna e il silenzio diventarono casa e rifugio.
Per la prima volta, capii il vero significato del silenzio.
E la vita, come sempre, mi portò le risposte al momento giusto.

